La riqualificazione storico ambientale dell’area è un obiettivo concreto grazie alla preliminare attività di Bonifica dei terreni e delle falde di tutta l’area Gasometri.
Giù il muro!
Il lungo muro divisorio su Calle San Francesco sarà demolito assieme all’anonimo edificio davanti alla facciata della Chiesa realizzata del Palladio.
Con l’attuazione del progetto di Bonifica sono state gettate le basi per il ripristino urbanistico di Campo San Francesco della Vigna.
Dopo 180 anni il Campo ritornerà aperto, restituito alla Città di Venezia, come lo era stato fino alla costruzione dei Gasometri.

In queste immagini del 2019, scattate prima disboscamento, si notano le condizioni di degrado dell’ex Campo San Francesco. Una vera da pozzo del 1500 è stata riportata alla luce, nascosta da una fitta vegetazione infestante.
Le foto che seguono mostrano lo stato attuale della parte coperta di Campo San Francesco con la vera da pozzo.
Su Campo San Francesco sono di particolare interesse gli studi storici emersi nella Tesi di Laurea di Matteo Vieceli sui mercanti di legname veneziani poiché scrive del famoso pittore Tiziano Vecellio.
E’ stato documentato che dal 1534 Vecellio riuscì ad assicurarsi più volte l’appalto del “loco detto San Francesco”, cioè l’attuale Campo San Francesco della Vigna, a beneficio della Magnifica Comunità di Cadore, come luogo di approdo e stoccaggio del legname e comodo per le botteghe dei Vecellio.
Vieceli ci ricorda inoltre che la prima zona ad essere bonificata fu quella dei terreni antistanti alla Barbaria delle Tole. Avvenne verso il 1580 e le opere presero il nome di Fondamenta Nuove.
Nella veduta di Giovanni Merlo del 1696 si vede molto bene la completa apertura di Campo San Francesco e la funzione logistica del ponte all’inizio del Rio di Santa Giustina.

Anche nei documenti del catasto napoleonico e quello austriaco sono ben tracciati gli spazi originari di Campo San Francesco.
Nel ‘700 grandi pittori come il Canaletto e il Guardi hanno ritratto l’antico Campo San Francesco. Nei dipinti si vede una vera da pozzo che sembra corrispondere a quella riportata in luce nell’area Gasometri.


Nella mappa del catasto austro italiano si nota l’avvenuta chiusura di Campo San Francesco, ma è interessante rilevare come la vera da pozzo sia stata circondata dal muro per rimanere sul suolo pubblico.
Dalle tracce storiche circa l’attuale area dei Gasometri a Venezia, sembra che in principio fosse destinata a campo esercitazioni. Di certo, almeno dal 1420, era porto e deposito di legnami del Cadore come documentato dal Privilegio Ducale.
Pare inoltre che un’ampia area di San Francesco della Vigna avesse un campo di tiro con l’arco per la nobiltà veneziana. Anche di tiro con la balestra, obbligatorio per tutti i cittadini dai quindici ai trentacinque anni, che si dovevano iscrivere fra i balestrieri.
Tra le antiche attività si narra della presenza di due palestre frequentate da giovani cavallerizzi una per i gentiluomini l’altra per i negozianti.
Gran parte della zona fronte laguna a nord est di Venezia, oggi Gasometri, ha svolto per diversi secoli la funzione prevalente di deposito e lavorazione di legnami. L’area rappresentava uno dei principali punti di arrivo e smistamento del legno a Venezia.

Grazie al lavoro degli zattieri, il legname proveniva dalle zone collinari e montuose dell’entroterra, soprattutto dal Cadore attraverso il Piave.