Dalle tracce storiche circa l’attuale area dei Gasometri a Venezia, sembra che in principio fosse destinata a campo esercitazioni. Di certo, almeno dal 1420, era porto e deposito di legnami del Cadore come documentato dal Privilegio Ducale.
Pare inoltre che un’ampia area di San Francesco della Vigna avesse un campo di tiro con l’arco per la nobiltà veneziana. Anche di tiro con la balestra, obbligatorio per tutti i cittadini dai quindici ai trentacinque anni, che si dovevano iscrivere fra i balestrieri.
Tra le antiche attività si narra della presenza di due palestre frequentate da giovani cavallerizzi una per i gentiluomini l’altra per i negozianti.
Gran parte della zona fronte laguna a nord est di Venezia, oggi Gasometri, ha svolto per diversi secoli la funzione prevalente di deposito e lavorazione di legnami. L’area rappresentava uno dei principali punti di arrivo e smistamento del legno a Venezia.

Grazie al lavoro degli zattieri, il legname proveniva dalle zone collinari e montuose dell’entroterra, soprattutto dal Cadore attraverso il Piave.
CHIESA E MONASTERO DI SANTA GIUSTINA
Nell’attuale area Gasometri insisteva a ponente la Chiesa e il Monastero di Santa Giustina. Il Campo e il Rio portano il suo nome. Secondo la tradizione pare che Santa Giustina sia una delle chiese più antiche di Venezia. La fondazione risalirebbe tra il IX e il X secolo ad opera di San Magno, vescovo di Oderzo.

Ogni anno il Doge visitava la Chiesa a ricordare la vittoria di Lepanto del 7 ottobre 1571, avvenuta nella ricorrenza della festività della Santa. Fu sconsacrata nel 1810, ora è sede del Liceo Benedetti – Tommaseo.
1420, PRIVILEGIO DUCALE PER IL CADORE
Grazie al prof. Rudi De Sandre abbiamo potuto scoprire un aspetto davvero importante circa la storia dell’area Gasometri. Nel 1420 fu accordato ai Cadorini “di avere similmente a Venezia un luogo e un deposito/porto, ove possano accatastare/sbarcare e tenere i loro legnami, dato che i mercanti de Barbaria (de le Tole) non ci lasciano stare presso le loro rive; avvisando la Dominazione nostra che il luogo e il deposito/porto sarebbe comodo presso San Francesco della Vigna”.
Il suo prezioso lavoro di traduzione dal latino all’italiano è stato di recente pubblicato nel testo “VENEZIA IN CADORE 1420-2020” a cura della Magnifica Comunità di Cadore, Antiga Edizioni.
Secoli di storia tra Laguna, Piave e Dolomiti. Grazie al prof. Giorgio Reolon possiamo comprendere l’importanza dell’opera di Cesare Vecellio sul tema Moda. Al Cadorino, cugino di secondo grado di Tiziano, viene riconosciuto il merito storico di aver creato la prima enciclopedia mondiale del costume.
Nella spiegazione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Venezia e le province di Belluno, Padova e Treviso, “Venezia, raffigurata come una regina con scettro e corona, splendidamente abbigliata e ornata di gioielli, rivolge lo sguardo a due figure femminili, porgendo il Privilegio in forma di lettera ducale all’allegoria del Cadore, prostrata in ginocchio ai suoi piedi con lo stemma distintivo, accompagnata dall’allegoria della Fedeltà”.

IL DONO DI MARCO ZIANI
Il patrizio Marco Ziani, conte di Arbe in Dalmazia e figlio del 42º doge della Repubblica di Venezia Pietro Ziani, donò terreni, vigne e alcuni fabbricati ai religiosi dell’ordine de’ Minori osservanti. Non c’è notizia circa il fatto che l’area degli attuali Gasometri, oppure parte di essa, fosse di proprietà di Marco Ziani.
Come si legge nel racconto della vita di S. Bernardino da Siena, per l’esecuzione testamentaria di Marco Ziani del 1253 passarono oltre due secoli. Infatti, verso la fine del 1500, i frati ebbero la procura generale dei luoghi di Terra Santa e nel monastero fu stabilito un luogo che raccogliesse i religiosi che andavano in Palestina.
Nella veduta di Erhard Reuwich del 1486, verso destra si nota la Chiesa di San Giovanni e Paolo, poi un’ampia area di terra fronte laguna che potrebbe essere parte dell’attuale area Gasometri.


La Chiesa di S. Francesco della Vigna fu costruita nel 1534 su disegno di Jacopo Sansovino e conclusa nel 1572 con la realizzazione della facciata di Andrea Palladio.
VEDUTE DEL 1500: DE’ BARBARI E VAVASSORE
Nella veduta prospettica realizzata da Jacopo de’ Barbari nel 1500, si vede Venezia a volo d’uccello. Nel particolare si può notare l’attuale area dei Gasometri completamente vuota dove non appare segno di costruzioni o coltivazioni a vigneto.

Nel particolare sottostante c’è la veduta prospettica realizzata nel 1525 da Giovanni Andrea Vavassore detto Vadagnino. Tra i conventi di San Francesco della Vigna e di Santa Giustina si nota un vuoto che sembra corrispondere alla collocazione dell’attuale area Gasometri.

IL MAGAZZINO DI TIZIANO VECELLIO, “SPONSOR” DEL PALLADIO
Di particolare interesse sono gli studi storici emersi nella Tesi di Laurea di Matteo Vieceli sui mercanti di legname veneziani che scrive del famoso pittore Tiziano Vecellio.
E’ stato documentato che dal 1534 Vecellio riuscì ad assicurarsi più volte l’appalto del “loco detto San Francesco”, ovvero l’attuale area Gasometri Venezia che aveva il Campo San Francesco della Vigna ben più esteso.
Come accordato nel PRIVILEGIO DUCALE, l’area era stata stata data a beneficio della Magnifica Comunità del Cadore come luogo portuale di approdo e stoccaggio del legname, assai comodo per le botteghe dei Vecellio. Poco distante Tiziano aveva casa e visse per 45 anni.
Nelle memorie antiche va ricordato che Tiziano partecipò alle conversazioni circa la scelta della facciata per la Chiesa di San Francesco della Vigna, fu “sponsor” di Palladio.
Vieceli ci ricorda inoltre che la prima zona ad essere bonificata fu quella dei terreni antistanti alla Barbaria de le Tole. Avvenne verso il 1580 e le opere presero il nome di Fondamenta Nuove.
VEDUTE DEL 1600: MERIAN E MERLO
In riferimento agli odierni Gasometri, anche nell’opera di Matthäus Merian del 1635 si vede un’area completamente vuota. Il ponte all’inizio del Rio di Santa Giustina è un particolare di contorno che merita attenzione.

La dimensione dell’area vuota tra San Francesco della Vigna e Santa Giustina appare ancora più evidente nella veduta di Giovanni Merlo. In questo disegno si nota meglio la funzione logistica del ponte circa i collegamenti pedonali fronte laguna.

MAPPA E VEDUTA DEL 1700: UGHI E FURLANETTO
La mappa di Ludovigo Ughi del 1729 appartiene alla nuova categoria delle piante topografiche. L’evidenza del vuoto prospettico lascia spazio alla descrizione topografica che mantiene la destinazione libera dell’area.

CANALETTO, GUARDI E LA VERA DA POZZO

CANALETTO, GUARDI E LA VERA DA POZZO
Due famosi dipinti dei vedutisti Giovanni Antonio Canal detto Canaletto (Venezia 1697 – 1768) e Francesco Guardi (Venezia 1712 – 1793), hanno ritratto il Campo e la Chiesa di San Francesco della Vigna da una posizione che oggi potrebbe essere collocata all’interno dell’area Gasometri, vicino a Calle San Francesco.


In entrambi i quadri, si nota una vera da pozzo del 1500. Secondo un cronista francescano la vera potrebbe addirittura risalire alla seconda metà del 1400. In una delle specchiature era scolpito leone marciano raffigurato dal Canaletto, scalpellato a seguito dell’iconoclastia antimarciana del 1797.
Nella specchiatura a sud, scolpito sulla pietra, si vede San Francesco che riceve le stimmate. In un’altra foto di Riccardo Roiter Rigoni, scattata con la collaborazione di Coven Venice Project, si notano i segni scavati dalle corde per tirare su i secchi d’acqua nel corso dei secoli.
LA NASCITA DEI GASOMETRI
Dopo un breve periodo nel quale i francesi scelsero di trasferire nell’attuale area dei Gasometri il campo delle condanne a morte, confiscano i beni ecclesiastici e sopprimono la Chiesa di S. Giustina, nel 1839 il Governo austriaco indica in quest’area il luogo ideale per edificare il primo Gasometro.
Va tenuto in considerazione che, prima dell’avvento dell’illuminazione a gas, nel 1730 furono installati a Venezia 843 fanali ad olio ai muri dei palazzi. Agli inizi 1800 se ne contavano 2030, di questi 76 in Piazza San Marco, 27 in Ghetto, 12 alla Giudecca e 1915 sparsi in città.
Nel 1839 l’area dei Gasometri fu data in concessione dal Comune con decreto Municipale e approvato il contratto d’appalto dell’illuminazione con l’uso del gas stipulato con la ditta francese “De Frigère, Cottin, Montgolfier, Bodin”, detta “la Lionese”. Iniziò così la costruzione di grandi serbatoi a geometria variabile per per la distillazione del coke, l’immagazzinamento e la distribuzione del fluido combustibile.
Nel periodico settimanale edito a Venezia IL VAGLIO si legge che “L’edifizio pel gazometro sarà eretto nel terreno denominato Campo san Francesco della Vigna del qual luogo viene dalla Comune accordato l’uso gratuito alla Società. La Società deve assumere a tutte sue spese la erezione della officina pel gazometro non che la costruzione ed adattamento del tubi principali sotterranei di ramificazione del gaz in tutta la determinata periferia sostenendo per tal modo il dispendio di oltre lire 6oo,ooo e la Comune assume la spesa per la prolungazione dei tubi dal sito più prossimo dei circondari fino al gazometro colla riserva di esserne indennizzata dalla Società stessa a misura che andrà nel progresso ad attivare la illuminazione per conto dei privati e della Comune nella linea di prolungazione cioè dal campo s Giuliano fino a quello di s. Francesco della Vigna percorrendo le vie del campo della Guerra di quello di s. Maria Formosa Calle lunga Barbaria delle Tavole e s. Giustina”. Tra le cronache del tempo emersero alcune critiche e proteste circa la monopolizzazione di tutto ciò che aveva a che fare con il nuovo sistema di illuminazione a gas.
Come si apprende dagli ANNUALI DI STATISTICA, nel primo esperimento del 26 gennaio 1843 emersero dei problemi e la prova non ebbe luogo. Nel muro del gasometro si scoprì una fenditura che non reggeva la spinta dell’acqua necessaria per l’operazione chimica.
Dopo la riparazione del guasto, la sperimentazione avvenne con successo nella notte del 13 e 14 marzo 1843. In Piazza San Marco venne confermato il passaggio dell’illuminazione dai fanali ad olio a quelli a gas.
Nel frattempo, come si legge nella RIVISTA EUROPEA, il Caffè Florian aveva la “luce sfavillante e dolce del gas” già nell’aprile del 1843. Nell’Inverno dello stesso anno “sarà illuminato col gas il gran teatro la Fenice“.
Il grande evento che sanciva l’inaugurazione ufficiale dell’illuminazione pubblica a gas di Venezia si tenne il 19 agosto 1843 in Piazza San Marco.

MAPPA DEL 1847
In questo particolare della planimetria di Venezia, disegnata nel 1847 da Bernardo e Gaetano Combatti, sono segnati due Gasometri. In questo anno viene demolito parte del convento di S. Giustina per costruire il secondo Gasometro.
Da notare che non c’è più il ponte sul lato laguna e l’area di San Francesco della Vigna è diventata “Piazzale ad uso della Caserma”. Il ponte verrà rimosso quando viene demolito il Convento di S. Giustina per lasciare posto alla costruzione del secondo blocco dei gasometri. La mappa è stata compilata in memoria degli Scienziati Italiani riuniti a Venezia nel Settembre 1847.
In questa cartolina, fornitaci dalla Fondazione Neri Museo Italiano della Ghisa, si possono notare i lampioni in ghisa di Piazzetta San Marco con la luce del gas prodotto ai Gasometri di Venezia.
TRASFORMAZIONI
Fino al 1866 il monastero di S. Francesco diventa caserma per le truppe. Nel 1890 i gasometri diventano sei assorbendo anche il pozzo di campo San Francesco della Vigna. In questa immagine vediamo le trasformazioni in tre fasi temporali.
Nel frattempo la società cambiava il nome in “Società Civile per la Illuminazione a Gas della Città di Venezia. Il servizio con lampioni a gas veniva esteso a tutta la città.

Poi il gas sarà sostituito dall’energia elettrica portata dalla Società Edison, ma il gas non cessa di essere prodotto in quanto aumenta la domanda del consumo domestico.Nel 1918, alla fine della guerra, tutto l’apparato delle industrie inizia a spostarsi verso Marghera e l’area viene abbandonata.

Tra il 1926 e il 1931 vengono demoliti i gasometri più vecchi e vengono costruite la Fondamenta di S. Giustina e gli Istituti Superiori I.T.T. Algarotti e I.T.C. Paolo Sarpi.

La Scuola Tecnica austriaca era presente a Venezia dal 1848 e si trasformò in Scuola Tecnica Professionale. Il cantiere della scuola ai Gasometri iniziò il 1 luglio 1929. I lavori terminarono il 15 gennaio 1931. L’inaugurazione del Regio Istituto Tecnico commerciale “Paolo Sarpi” avvenne il 28 ottobre 1931.

La Chiesa e quel che resta del Convento di S. Giustina sono oggi sede del Liceo Scientifico Benedetti-Tommaseo.

Dal 1969 l’area passa sotto la gestione della nascente Veneziana Gas S.p.A. dove continua nel sito una attività legata alla sola fornitura del gas con cabina di pressurizzazione.
Nel 2000 l’area fu acquistata da società pubblica locale, ma non fu bonificata. Rivenduta dal pubblico ai privati nel 2013. Nel 2019 è stata messa in vendita da privato e rilevata da MTK Gasometri Venezia.
Nel febbraio 2020 è stata avviata la Bonifica commissionando l’intervento a TEV con tecnologia HPSS Mapei e monitoraggi Fondazione Università Ca’ Foscari.
Per la Bonifica sono stati stanziati fondi privati per un totale di 4.000.000 €. I lavori si concluderanno nella Primavera del 2021 e prevedono il disinquinamento di terreni e falde, demolizioni di edifici a rischio crollo, salvaguardia e restauro opere storiche, vera da pozzo, conservazione masegni e recupero dell’archeologia industriale.
Di recente, nella preparazione del cantiere, MTK ha riportato alla luce un’antica vera da pozzo del 1500 che fu dipinta da Canaletto e Guardi.
Il progetto di rigenerazione urbana prevede la riapertura di un’area preclusa alla città e una serie di vantaggi ambientali, economici, sociali e culturali.
Per partecipare con contributi storici, segnalazioni e proposte di pubblicazione scrivere email a gasometrivenezia@gmail.com